Dizionario slang bolognese
- la Lavagna di GustaModena -

Dizionario slang bolognese

scritto da pappapappa
scritto da pappapappa
il 14/07/2009
21 commenti, vai all'ultimo commento

Tranquilli, sono stata autorizzata da Grog...emoticonemoticonemoticon


Bagaglio(anche "zavaglio"): sostantivo che può indicare indifferentemente qualsiasi oggetto (o persona) con accezione negativa. Definisce sinteticamente la condizione di attrezzo inutile il cui unico attributo è quello di possedere un peso senza, nonostante tutto, svolgere correttamente la propria funzione. "Cos'è quel bagaglio lì?" domanderà con aria di superiorità il giovine felsineo (bolognese), additando il vecchio cellulare dell'amico dalle dimensioni di una cabina telefonica.

Balotta: amici intimi, gruppo, compagnia. Usato dal giovane bolognese per indicare il gruppo di amici che al momento frequenta maggiormente,: ”…non posso…domani ho il calcetto con la mia balotta!”, “oh..è un tot che non ti si vede in balotta!”. Usato sia nell'accezione positiva del termine “oh ieri alla Duna c'era una gran balotta…” che in quella negativa, il bolognese “in” giunto chissà come all'ingresso delle Scuderie esclamerà, girando i tacchi “..merda guarda mò che ballotta!!….aria!!!”


Bazza: intrallazzo, conoscenza tattica. Generalmente volta all'ingresso in disco senza sottostare a code di ore o allo sconto all'atto di un acquisto (per esempio del settimo aperitivo consecutivo al Rosarosae).


Boccia: bottiglia. Il giovane bolognese in trasferta alla Duna, già Bresco duro (vedi bresco) e quindi incapace di servirsi da solo esclamerà all'amico “oh…vammi a prendere un'altra boccia di Bud…questa l'ho già seccata!!” (vedi seccare).


Bona lè: basta. Locuzione sintetica ma esaustiva per sancire il termine di qualsiasi attività o discussione. "Bona lè! riga (vedi)! non ne voglio più mezza (vedi)!" affermerà perentoria la fanciulla-bene all'incipiente quarantasettesimo tentativo di "intomellamento" (vedi tomella) ad opera del maldestro maraglio (vedi) di turno. Vedi anche: "riga".


Bresco: ubriaco. Il giovane felsineo ad una richiesta assurda, prontamente risponderà: “cazzo dici sei bresco o hai preso caldo?”


Bulbo: capelli. Il bolognese veramente giovane affermerà al suo amico scapigliato dalla corrente: "con questo vento hai un bulbo che non si affronta (vedi)!"


Càrtola: tipo giusto, molto fico, di un'altra (vedi). Se si "ha la càrtola" significa che si possiedono tutte le caratteristiche necessarie per fare colpo sull'universo femminile. Come comprensibile tale attributo non è collegabile in alcun modo al PEx.



Cassa: o meglio "essere in cassa". Definisce lo stato comatoso conseguente ad abuso di sostanze alcooliche e depone a grande sfavore del soggetto in quanto assolutamente incapace di intendere e di volere. Es.: "mi sono preso una cassa pesissima!" esclamerà il morigerato fanciullo, la giornata susseguente ad una bravata con gli amici.


Ciocàta: rimprovero, cazziatone. Più correttamente "cioccàta", in cui la doppia "c" viene immolata senza troppi rimorsi sull'altare della corretta pronuncia felsinea. "Ho preso una ciocàta pazzesca" asserirà correttamente lo studente ripreso e ridicolizzato di fronte alla platea di compagni di corso dal prof che lo ha "sgamato" mentre copiava la soluzione del problema di Analisi 2 dalla fotocopia ridotta e filigranata del "Matricioni - Forti".


Cristo: caduta plateale. “….ha un braccio rotto, si era girato a guardare due penne (vedi) al Matis ed è sfrombolato (vedi) giù dalle scale…merda che cristo!!”


Dare la molla: mollare, scaricare. Utilizzato principalmente nel senso di liberarsi della persona con cui si era soliti accompagnarsi. Alla domanda "dove l'hai messa la morosa?" il giovane bolognese che vorrà distinguersi per eleganza e modernità risponderà convenientemente "cioé, le ho dato la molla, mi aveva troppo zagnato (vedi) i maroni!".


Della serie...: incipit per eccellenza che prelude ad una categoria di cui l'evento che viene commentato si ritiene faccia parte. Fondamentale la "s" sibilante e la "e" molto aperta affinché la locuzione sia effettivamente giovane ed efficace.


Essere di un'altra (o di prima, o di primissima): sottointeso "categoria". Locuzione utilizzata per esprimere entusiasmo e felicità per qualcosa. L'oggetto dell'espressione viene immediatamente posto al di sopra di ogni confronto con oggetti simili ma banalmente e tristemente più scadenti. (Locuzione contraria: "essere di ultima").


Fanga: scarpa. Tendenzialmente schivo e scarsamente esibizionista il giovane felsineo apostroferà il suo interlocutore appoggiando un lieve: "ho comprato delle fanghe in centro che sono di un'altra".

Fare il proprio numero (non...): locuzione di rimprovero che colpisce la giovane mente bolognese fin dalla più tenera età e che lo accompagna nel corso della sua esistenza; pronunciata ora dall'amico di turno ora dalla dolce consorte la quale, prontamente avvedutasi dell'imminente, ricorrente, fragorosa digestione del compagno nel corso del pranzo di nozze della sorella, lo apostroferà così: "Non farai mica di nuovo il tuo numero?!!


Gaggia: mento di notevoli dimensioni e sproporzionato rispetto al resto del viso. Tra gli esempi più famosi citiamo Celìne Dion e Michael Schumacher.


Gebbo (o geppo): scarso, maldestro, personaggio di scarso spessore. Aggettivo dispregiativo utilizzato per additare persona sfigata di cui si nutre scarsa considerazione. L'espressione può essere rafforzata ulteriormente da specificazioni peggiorative come nei seguenti esempi: "gebbo di ultima", "gebbo da fuoco".


Impalugare: allappare, invischiare. Tipico verbo da usare durante gare di Orzoro, pangrattato a cucchiaiate, senza bere. Il giovane bolognese che tronfio estrarrà dal suo zainetto il mitico "tortino porretta" o il non meno temibile "buondì classico" (privo dell'effetto lubrificante della marmellata o della copertura di cioccolato) per la merenda si troverà irrimediabilmente impalugato e quindi bisognoso di ettolitri di liquido amalgamante.


Intappo: abbigliamento particolare, look. Utilizzato in modo particolarmente efficace per riferirsi a travestimenti o agghindature finalizzate alla partecipazione a feste a tema (intappo anni '70). L'arrivo di un amico dotato di zampa di elefante e stivaletto in pelle con cerniera laterale verrà convenientemente salutato con un efficacissimo: "meeerda, che intappo! sei troppo di un'altra!".


Intortare (da cui il sostantivo "intorto"): circuire, ammansire con discorsi possibilmente lunghi e fastidiosi a fini persuasivi. La pratica dell'intorto è tipicamente attuata dal giovane di tendenza che, sfoggiando camicia "di primissima" ed il dodicesimo calice di frizzantino al dehor del Rosarosae, dà prova di prorompente logorrea alla fanciulla trampolata di turno al fine palese di ottenere favori di natura sessuale.


Lesso: tipo scarsamente sveglio. "Luilì è un lesso!" esclamerà la sagace fanciulla bolognese additando il giovane di passaggio il quale, la sera precedente, alla visione della suddetta in soli autoreggenti e sandali con tacco vertiginoso, non ha compreso le malcelate intenzioni sessuali della focosa compagna.


Maraglio o maranza o mauro o saiano: aggettivo sostantivato utilizzato per identificare ragazzi/e abbastanza grezzi che si mettono in mostra in modo vistoso e cafone. Il giovane della Bologna bene affermerà "che gran maraglio!" indicando platealmente il possessore della Renault 5 turbo con ruote iperlarghe e adesivi sul genere "turbo", "Rabbit", "O'neill".


Non c'è pezza: locuzione ermetica che affonda le radici ai tempi di vacche magre in cui le pezze potevano sancire la salvezza di un capo di abbigliamento ormai logoro. Quando "non c'è pezza" significa che non vi è modo di recuperare lo strappo e, per traslato, sottolinea l'ineluttabilità di un evento senza che si possa fare niente per evitarlo o per negarlo. "Devo mettermi a dieta, non c'è pezza!" esclamerà, non senza una nota di tristezza, il giovane imbolsito da vagonate di tigelle e crescentine.


Non si affronta: locuzione atta ad indicare situazioni o immagini al limite della gestibilità o comunque sgradevoli a qualunque dei cinque sensi (vedi esempio precedente: "Hai ragione, non ti si affronta!", risponderà l'amico).


Non volerne (più) mezza: essere saturo di una cosa al punto di non volerne nemmeno più sentire parlare. Appare evidente il superiore impatto emozionale della locuzione felsinea al confronto del ben più prolisso ed inefficace corrispondente italiano. Vedi anche "scendere la catena".


Paglia: sigaretta. Tipica l'espressione del galantuomo bolognese il quale, dopo avere sorseggiato il quinto "mohito", si rivolge elegantemente al tavolo accanto al proprio biascicando: "oh, raga, avete una paglia?".


Panno: coperta (del letto). Viene chiamato a gran voce dal galantuomo bolognese al sopraggiungere dei primi freddi apostrofando così la signora: "Oh, Cesira, tira fuori il panno!".


Penna o gnocca: gran bella ragazza. “oh…l'altra sera ti ho visto intortare (vedi) una gran penna…sei di un'altra!!”


Pezza: sostantivo derivato dal verbo "impezzare" ossia usare la dialettica per chiudere all'angolo un altro individuo contro la sua volontà, il quale, dopo alcune orette sbotterà "cioé, mi stai tirando una pezza allucinante! cioé, non ti si affronta più: bona lè!". Vedi anche "tomella".


Pilla (o fresca): soldi, denaro. Sostantivo generalmente utilizzato per sottolineare le capacità economiche famigliari che permettono al vitellone di sfilare di fronte al "Calice" sull'ultima spider in compagnia della gnocca di turno "meeerda, che ferro! luilì ha della gran pilla!". Per spillare si intende invece far tirare fuori i soldi, fregare soldi a qualcuno.


Polleggiarsi: riposarsi, stare calmi. Viene utilizzata spesso la forma imperativa del verbo in tono intimidatorio per raffreddare i bollori del maraglio di turno che spinge per non fare la coda all'ingresso della disco: "Oh, polleggiati subito!". Polleggio, vuol dire relax, tranquillità.


Riga: basta, finito. La citazione della linea che determina la fine dell'elenco degli addendi nella somma del verduraio, definisce per traslato la fine di ogni attività. Si fa seguire spesso e volentieri a "bona lè" (cfr.)



Rusco: pattume, spazzatura. "Cacciala nel rusco!" si sentirà dire il tapino giunto al passo della Raticosa con mezz'oretta di ritardo rispetto agli altri amici dotati di moto ben più moderne e prestazionali.


Sbarbina: ragazza piccola di età, non oltre i 12/13 anni, usato meno frequentemente anche riferito ai ragazzi. "Quando ero sbarbino..."


Sborone: esibizionista, personaggio che si fa notare rumorosamente, privo del benché minimo senso di misura, tatto ed eleganza. La diffusione del malcostume nazional-popolare di stampo catodico tipico di questo periodo storico ci offre continui esempi di "sboroni" che spaziano dagli ostentatori di status simbol (auto, moto, abiti griffati, accessoristica elettronica di vario genere) accomunati dalla caratteristica di avere elevati prezzi senza possederne corrispondenti contenuti, ai più classici autocelebratori di prestazioni sportive, sessuali nonché spacciatori di falsissime amicizie altolocate.


Scendere la catena: tipica espressione che comunica il disarmo finale nei confronti di qualsivoglia evento al punto da non "volerne più mezza". Le due espressioni si rafforzano spesso in un confronto sintattico che porta il giovane ingegnere alla settima ora di scritto dell'esame di stato ad affermare: "bona lè, riga! mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza!". Lo stesso verrà ritrovato poche ore dopo completamente "in cassa" di fronte al pub irlandese...


Sfrombolare: gettare via, lanciare. Verbo che ben descrive gesti plateali e definitivi volti all'eliminazione fisica di qualsiasi oggetto divenuto inutile o comunque sgradito. "Soccia che stereo!" si dirà appena saggiata la potenza sonora dell'ultimissimo ritrovato acustico situato in camera dell'amico "...e che ne hai fatto di quello vecchio?" "l'ho sfrombolato giù dalla finestra!"


Sghetto (andare di): espressione volta all'identificazione di contesti fortunosi che hanno consentito il concretizzarsi di eventi altrimenti improbabili. Tipico l'incipit dello studente universitario nullafacente e vitajolo che, all'ingresso dell'aula dove si tiene l'esame di "scienza delle costruzioni", con la fiata (il fiato) ancora turbata dall'alcool ingerito la notte precedente esclama: "oh raga, se passo questa mi va fatta di sghetto!"


Spanizzo: persona che si fa notare, che non si tira indietro, che osa in maniera evidente ma comunque degna di ammirazione. L'immagine, per quanto possa sembrare somigliante ad una prima lettura superficiale, differisce sensibilmente da quella dello "sborone" (cfr.) in quanto non comprende l'accezione negativa caratteristica di quest'ultimo.


Tiro: è l'azione di schiacciare il bottone che apre il portone del palazzo. Qunado il gentiluomo bolognese si troverà ai piedi del condominio dell'amata suonerà il campanello pronunciando la frase: "Ciao, sono io, mi dai il tiro?"


Tomella: si riferisce all'atto di "intomellare" ossia di riversare fiumi di parole sul prossimo cercando di convincerlo delle cose più disparate. "Cioé, mi hai fatto una tomella assurda, mollami subito!" dirà elegantemente il PEx alla pretendente fanciulla affascinata da tanto potere e denaro. Vedi anche "pezza".


Zagnare: rompere, infastidire. Forma verbale tipicamente utilizzata nella più ampia locuzione "zagnare i maroni" dove l'azione si eleva ad una forma catartica ed universale che colpisce inevitabilmente le parti più intime e sensibili della corporalità maschile, ultimo ed ineluttabile bersaglio delle persone più insopportabili che la vita ci para dinanzi.

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scritto da zio
Scritto da zio
il 14/07/2009
tutto bello e interessante..peccato che MOGGI compri il bologna f.c. ahahah ciao.
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scritto da Frittella
Scritto da Frittella
il 14/07/2009
Se fossi in voi scriverei la fonte da dove è stato estratto.
Esiste su un sito da vario tempo e qualcuno si potrebbe lamentare.

E' molto divertente ma non lo metterei in modenesità..... brrr mi vengono i brividi.....emoticonemoticon
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scritto da  *utente bannato*
Scritto da *utente bannato*
il 14/07/2009
beh, io non sono bolognese ma molti li conosco e qualcuno li uso anche io...
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scritto da pappapappa
Scritto da pappapappa
il 14/07/2009
@zio: non rispondo alle provocazioni.emoticon (ma ci vorrebbe una faccina che fà la linguaccia!)

@frittella: Hai ragione, io l'ho ricevuto via mail da un'amica ma non conosco purtroppo la fonte. In ogni caso se deve essere fonte di guai sono la prima a chiederne la rimozione.emoticon
Per i brividi... infila un maglioncino!emoticon


@lagra: il fatto che alcuni termini fossero usati anche a Modena è stato il motivo per cui anche Grog ha detto di pubblicarlo qui.emoticonemoticon

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scritto da zio
Scritto da zio
il 14/07/2009
comunque sia ha ragione il dj,parecchi termini sono usati anche dalle nostre parti e avete fatto bene a scrivere il tutto,sempre interessante e sempre roba di casa nostra,finisco chiedendo una grazia,RIVOGLIO IL DERBYYY!
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scritto da momoz
Scritto da momoz
il 14/07/2009
Concordo con frittella metterlo in modenesità è una bestemmia
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scritto da candy
Scritto da candy
il 14/07/2009
Mettetelo dove volete ma non toglietelo per favore, e' divertentissimoemoticon
Brava pappapappa, 2 risate fanno sempre beneemoticon
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scritto da GROG
Scritto da GROG
il 14/07/2009
Allora, IO ho voluto che fosse messo qui.

Se l'avessi postato io non avreste fatto tutte queste storie. Pappapappa me lo aveva gentilmente mandato per posta interna e io le ho suggerito che sarebbe stato bene in Modenesità, quindi basta sbragher i maròun, se a un an-va menga bein, al vada a fer-s der in dal cùl....emoticonemoticonemoticon

Ho appena letto le prime, conosco bene l'espressione "bulbo", ricordo che quando si diceva di uno con i capelli scapigliati dal vento, dicevamo averegh al bulbo in vacca!!!!
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scritto da momoz
Scritto da momoz
il 14/07/2009
Bestemmia bestemmia bestemmia !!!emoticon
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scritto da GROG
Scritto da GROG
il 14/07/2009
Dal sito: http://wayt.splinder.com/post/8604499

braga s.f. A differenza del significato che ha in italiano sta a indicare una presenza maschile, - in questo locale c’è solo della gran braga! - spesso usato per indicare una scarsa presenza femminile in un luogo.

bronza s.f. Scoreggia, emissione rumorosa e flautolente di gas intestinali.

busso s.m. Botto violento contro oggetti perlopiù inanimati con conseguenti ammaccature, può essere anche effettuato volontariamente per far ripartire attrezzature elettriche.

cartone s.m. Sganassone, ceffone, colpo violento a mano aperta sul viso.

ciappini p.m. (da cui ciappinare) Mollette per il bucato, ma è usato anche per identificare articoli autocostruiti derivati dall’arte del fai da te, (arte del ciappinaggio).

cinno s.m. Ragazzino di età compresa tra i 10 e i 18 anni spesso petulante e irriverente nei confronti di tutti coloro di età superiore alla sua.

cricca s.f. Dicesi dello sporco che rimane incrostato su cose o persone, da non confondersi con “incriccato”.

fagiano s.m. Usato in maniera amichevole per indicare un ragazzo inesperto e credulone.

geppo s.m. Personaggio molto sfigato e maldestro, è usato come aggettivo dispregiativo verso persone di cui si nutre poca considerazione.

grezza s.f. Si tratta della cosiddetta gaffe, frase sconsiderata detta nel momento sbagliato alla persona sbagliata che rischia di colpire l’animo o ferire i sentimenti, figura di merda.

griccio s.m. Vedi plumone.

iazza s.f. Sfortuna, sfiga, spesso usato per indicare chi porta scalogna – lui lì porta una gran iazza.

imbrescarsi v.tr. Rendersi breschi, ridursi in condizioni di intontimento, stordimento.

impezzare v.tr. Vedi intomellare.

incriccato s.m. Condizione che si avviene quando una persona rimane bloccata per un malore o dopo una lunga condizione forzata, - ho la schiena incriccata.

infoiato A agg. Dicesi di persona appassionata oltremodo di una determinata attività, personaggio o oggetti fino a rischiare l’esagerazione, molto usato per le passioni sportive. B agg. è usato anche per indicare un’eccessiva eccitazione sessuale che porta ad approcci sconsiderati e forzati con l’altro sesso.

intomellare v.tr. Attaccare bottone pesantemente con una persona del sesso opposto - attaccare una pezza, impezzare - spesso è una situazione di disagio per chi la subisce.

musta s.f. La faccia, il muso - quello lì ha una musta che non mi piace -

piomba s.f. Dicesi di quella condizione di sonnolenza dovuta in seguito a uno sforzo prolungato, a una mangiata abbondante oppure in seguito a un’ubriacatura: mi è scesa una piomba...

pluma s.f. Vedi pilla.

plumone s.m. sin. griccio Dicesi di persona tirchia e poco generosa, che non vuole mai spendere soldi, deriva dal fatto che la persona tirchia – ha della gran pluma - ovvero ha i soldi ma fa mille storie per spenderli.

porro s.m. Usato per indicare in gergo lo spinello data la somiglianza con l’ortaggio.

pugnetta A s.f. Atto della masturbazione maschile. B s.f. (usato prevalentemente al plurale: Pugnette) Preoccupazione inutile e passeggera: non farti delle pugnette inutili.

punta s.f. Un’abbreviazione che si usa specialmente per indicare un appuntamento galante con una persona dell’altro sesso.

raspa s.f. Vedi pugnetta.

ravanare v.tr. Frugare avidamente con le mani dentro a contenitori o indumenti.

sdozzo A s.m. Dicesi di un articolo di qualità scadente e molto economico, B s.m. oppure un lavoro o una soluzione molto pratica e provvisoria.

slumare v.tr. Guardare intensamente e con molto interesse qualcosa, fin quasi a sbavare, specialmente si usa quando si tratta di una persona dell’altro sesso.


strizza s.f. La paura momentanea che viene in particolari momenti delicati di una giornata o a causa di eventi poco piacevoli, - mi è venuta una strizza...

taffiare v.tr. Mangiare abbondantemente, specialmente in compagnia e rumorosamente.

tamugno s.m. Usato per definire un’oggetto molto spesso e resistente o una persona molto grossa e tarchiata.

zavaglio s.m. Accessorio di dubbia utilità e dall’estetica discutibile e ingombrante.

zdaura s.f. Signora di una certa età dedita fin da giovane età alla cura della casa e a far da mangiare per tutta la famiglia, categoricamente alimenti fatti in casa.
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scritto da GROG
Scritto da GROG
il 14/07/2009
momoz, fam bein al piasér, per adeso smamma e lasia fer a gli zii, bambòz!!!!emoticonemoticonemoticon
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scritto da Frittella
Scritto da Frittella
il 14/07/2009
Caro grogghino è proprio il contrario.
Se l'avessi postato tu, ti avremmo coperto di insulti ed io ti avrei disconosciuto seduta stanteemoticon
Il fatto che l'abbia fatto pappa ha addolcito enormemente la pillolaemoticonemoticon
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scritto da GROG
Scritto da GROG
il 14/07/2009
Pappapappa, la cosa migliore da fare è beccare la tua amica e chiederle da dove la sgamato fuori, poi farti aggiungere da gi il link da qualche parte.
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scritto da Frittella
Scritto da Frittella
il 14/07/2009
Quello original e più completo si trova quì
http://www.soccmel.com/slangmadeinbologna.html

E poi ditemi se non è sacrilegioemoticonemoticonemoticon
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scritto da momoz
Scritto da momoz
il 14/07/2009
bambòz...che eleganza....
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scritto da zio
Scritto da zio
il 14/07/2009
immagino,conoscendo un po' il GROG che non era certo un'offesa ma un modo di dire "cosi'" senza cattiveria,momoz, da vecchio tifoso gialloblu' tutto quello che viene da bologna mi stordisce ma in questo caso il lessico mi sembra puramente estetico e poi anche noi abbiamo usato un sacco di volte quei vocaboli,comunque che si vinca o che si perda il bologna e' sempre....!ahahah
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scritto da coste66
Scritto da coste66
il 14/07/2009
Per me questa cosina, simpatichina simpatichina, lo dico con la bocca strettina e anche qualche cosa d'altro, ( mi succede quando leggo sento vedo qualsiasi cosa abbia a che fare con Balanzone )la metterei in un nuovo post che potrebbe chiamarsi per esempio " Curiosità dialettali Emiliane" , dove un Bolognese, una Testa Quadra o un Parmigiano possano inserire le loro belle filastrocche culturaldialettali.

Cosa ne pensate?

P s Ovviamente i miei giudizi sui Bolognesi sono da prendere in tono Goliardico campanilistico, ho tantissimi amici e parenti Bolognesi.

Ciao a tutti ( belli e brutti!! )
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scritto da pappapappa
Scritto da pappapappa
il 14/07/2009
Non volevo riscaldare gli animi, anche perchè le condizioni meteo fanno già la loro parte, non ho problemi a veder rimosso questo post.

Anche io avevo il dubbio sull'opportunità e sul luogo dove postarlo e mi sono consultata apposta con il "proprietario" di questa sezione della lavagna...emoticon

Fate come volete, non me la prenderò.

Però qualcuno è stato un pochino esagerato...emoticon


Pace pace e mille patate!!!
:)emoticonemoticonemoticonemoticonemoticon

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scritto da furzeina
Scritto da furzeina
il 14/07/2009
Oscia Pataca!!!Bell'idea!!!Ritengo la proposta di Coste66 perfetta ed equilibrata,a parer mio,è un eccellente "compromesso"!!!emoticon
Un salutone a tuttiemoticonemoticon
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scritto da GROG
Scritto da GROG
il 14/07/2009
Momoz, non volevo offenderti, è che mi è venuto così, faceva solo rima col tuo nick, l'ho usato imprpriamente, anche perchè è così che mi chiama spesso piggo in amicizia. Era un bamboz tipo il gabian di Ermes, mi spiace che tu abbia frainteso.

Per quanto riguarda la Modenesità, non ritengo opportuno aprire una nuova sezione, ricordiamoci che il primo dialetto della zona fu proprio il modenese, e quindi tutti gli altri sono derivazioni del nostro dialetto, detto ciò penso che gli altri dialetti, in quanto derivanti dal modenese, possano trovare tranquillamente spazio in questa sezione.

Momoz, ancora scusa, non ti ho risposto prima perchè ero fuori per lavoro.

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scritto da momoz
Scritto da momoz
il 15/07/2009
Tutto risolto