Gentile Lion, rispondo solo ora per aver mancato di frequentare il sito per un pò, a causa di problemi familiari.
La tua domanda è però sempre attuale ed oltremodo interessante e spero che il mio contributo sia gradito anche se proposto in ritardo.
La prima cosa che guardo e desidero di trovare, quando entro in un locale, è un ambiente semplice e pulito.
Ricercatezze estetiche e arredi raffinati mi mettono a disagio, comunicando a mio avviso la sensazione di un discrimine, operato in partenza dal ristoratore, sulla tipologia di clientela cui intende rivolgersi.
Intendiamoci, non che non sia legittimo, ma io non lo apprezzo.
Ecco, se proprio vogliamo scomodare la parola "elegante", allora la coniugo proprio con "semplicità".
Subito dopo, necessariamente in ordine di tempo, ma non di importanza, guardo se chi mi accoglie trasmette delle sensazioni rassicuranti.
Per esempio se ha un sorriso spontaneo e gentile, che comunica il piacere, se non la passione, per il mestiere che svolge.
Di solito amo definire l'intelligenza come la capacità di mettere gli altri a proprio agio, dunque non posso che affermare che connotato indispensabile per un buon servizio, sia proprio questa qualità.
Sono convinto, e le mie recensioni lo manifestano, che i gusti siano strettamente connessi con gli stati d'animo, con le emozioni trasmesse dal contesto che ci accoglie, partendo dalla collocazione del locale, da chi ci accompagna, ma più di tutto dagli aspetti legati al servizio che citavo in precedenza.
Attraversare un romantico centro storico o un bel paesaggio che fa da cornice alla strada per raggiungere un ristorante, magari accompagnati da cari amici, predispone al meglio l'animo a gustare il cibo.
Un cameriere, o peggio ancora un ristoratore, che accoglie in modo accigliato, svogliato, o anche solo manifestando indifferenza, già compromette l’armonia delle sensazioni che a me piace provare quando mi predispongo al pasto, e la valutazione del locale, anche se viene servito del buon cibo, è di fatto compromessa.
Stessa cosa succede quando all’indifferenza si sostituisce una eccessiva invadenza, senza avere il giusto senso della misura nel proporre aneddoti o battute o addirittura cercando in tutti i modi di condizionare il cliente in merito alle pietanze da scegliere.
Insomma, il servizio al centro di tutto, che descritto come io ho fatto può far pensare ad una pretesa eccessiva da parte del cliente, di una professionalità intrisa di perfezionismo teorico, di fatto non realizzabile.
Io non credo che sia così, sebbene possa essere difficile oggi trovare del personale che risponde alle caratteristiche appena descritte, perché credo che sia possibile ricondurre i parametri a due soli elementi caratteriali: sensibilità d’animo e predisposizione verso gli altri, e anche se non ha fatto alcuna scuola, a mio parere non tarderà a rappresentare una parte decisiva della scelta che opereranno i clienti quando decideranno se tornare oppure no.
I miei antenati possedevano uno storico locale a Salerno, e io stesso ho fatto il cameriere in tempi recenti, come volontario, con passione, dedizione, mi piace esprimere disponibilità umana prima ancora che professionale, avendo uno sguardo su tutto e un sorriso per tutti, e mi sono reso conto, nel mio piccolo, che fare il cameriere non è affatto semplice come i pregiudizi della gente comune fanno pensare, ritenendolo un mestiere umile.
Io credo invece che lavorare con passione, se non con amore, rappresenti un gradino alto di civiltà a prescindere dall’attività che si svolge, ed in ogni caso un buon cameriere valga come un buono chef per il gradimento e la redditività di un locale. Dunque, non vorrei che mancasse mai un servizio con tali caratteristiche!
Un augurio sincero per la tua attività, che considero una delle più belle…