Non bisognerebbe abbandonare la strada consolidata per inoltrarsi in campi inesplorati, specie quando si viaggiava su livelli di eccellenza. Ma andiamo per ordine.
Oggi mi sono trovato per lavoro a passare da Modena, era una cosa inattesa e non ho avuto tempo di contattare nessuno degli amici di GM per vedere se si poteva pranzare assieme, arrivata l'ora di pranzo non ho avuto dubbi e mi sono recato in via Ganaceto (sperando magari di incontrare qualcuno di conosciuto), e non vi dico quale è stato il mio stupore nello scoprire che la Trattoria Ermes ha deciso di rinnovarsi e sposare la filosofia della bistronomy, cioè quella tendenza di moda di proporre una cucina di ricerca in un ambiente informale: di fatto in questo caso il locale è sempre quello ma la cucina è completamente cambiata; quasi inebetito per la sorpresa ho deciso di provare l'esperienza, pur con mille timori.
La proposta è un menu-carta composto da un primo, un secondo e un dolce a scelta, più un amuse-bouche e un predessert a 50 euro, che diventano 70 con la selezione di vini al calice, per il mezzogiorno un prezzo da ristorante pluristellato; per la prima volta c'è una lista stampata, e quindi posso vedere che l'offerta prevede piatti come "ravioli di borragine e ricotta di capra del cachemire in crema di caviale iraniano", "tagliatelle ai gamberi rossi di Mazzara del Vallo con aria di pistacchio di Bronte", "zuppetta di fagioli zolfini con maltagliati e infusione di jamon de bellota" per i primi, e "cubi di tonno rosso spadellati all'indivia tardiva e gin", "frittelle di storione con tartufo bianco", "quaglia cotta sottovuoto a bassa temperatura con distillato di cavolfiore romanesco" di secondo.
Cerco di parlare con Ermes e gli chiedo, letteralmente "ma chi c'è in cucina, Bottura?", il grande oste però è parecchio di fretta e mi risponde sbrigativamente che è sempre la Bruna, io ordino sbigottito tagliatelle e frittelle, e mi metto a osservare la "spuma di ciccioli frolli" che mi hanno portato come amuse-bouche; io non amo eccessivamente le spume e devo dire che questa è un po' strana, non perfettamente omogena, anche il sapore è un po' deludente, i sospetti cominciano a farsi timori.
Non aspetto molto prima delle tagliatelle e del calice di Chablis premier Cru della cantina Turbot che l'accompagna (buono, ma si tratta di uno Chablis in stile moderno burroso e con forte impronta del rovere, io preferisco quelli tradizionali più minerali) e i timori si fanno desolazione: le tagliatelle sono un po' scotte (cosa che posso sopportare con un conto di 15 euro, non uno di 70), i gamberi - crudi - sono certamente freschi ma insapori e l'aria di pistacchio non aggiunge nulla al piatto.
Spero nelle frittelle, con le quali mi consigliano l'audace accostamento con un rosso del tipo "supertuscan", il Pescicaia 2003 (profumatissimo, ma privo di finezza), ma anche qui resto frustrato: il tartufo a lamelle è presente in abbondanza ma ha un profumo eccessivamente tenue, quanto alle frittelle stesse sono piccole e un po' bruciacchiate, di sapore non memorabile.
Una piccola consolazione per il predessert che consiste in una finta crème brulée di formaggio bettelmat e pepe di Sichuan, indubbiamente il piatto migliore del pasto, e concludo con le "variazioni sulla torta Barozzi", non male.
Alla fine del pasto mi viene offerto un nocino, che riconosco come il solito che da Ermes c'è sempre stato (per fortuna che alcune cose non cambiano), e vengo invitato a lasciare il tavolo per i clienti in attesa.
Pago i miei 70 euro ed esco ancora in stato confusionale.
Il voto non può essere che di un cappello "poteva andare meglio": andava meglio con la tradizionale cucina modenese che da Ermes si è sempre mangiata e anche una cucina del genere - che come sapete non mi dispiace affatto - può essere preparata molto meglio, a prezzi non superiori a questo.
Spero che questo improvviso cambiamento, che non esito a definire un colpo di testa, non si riveli definitivo, o al limite che la Bruna riesca a migliorare la sua abilità in queste tecniche di cottura che per ora non padroneggia. In ogni caso si tratta della fine di un'epoca e di un mito.
Poteva andare meglio..