Il povero è più generoso perché non ha paura degli altri - da Repubblica
- la Lavagna di GustaModena -

Il povero è più generoso perché non ha paura degli altri - da Repubblica

scritto da Reginalulu
scritto da Reginalulu
il 23/08/2010
10 commenti, vai all'ultimo commento

Vi riporto, da Repubblica online una parte di una ricerca dell'università di Berkeley che spiega chi è più incline a fare beneficienza chi riesce a fidarsi del prossimo. Più sospettosi i ricchi, educati a proteggere il patrimonio in ogni circostanza e a vedere minacce dappertutto. Ad eccezione di quelli americani, cresciuti in una società abituata al rischio economico

Una lettura molto interessante, secondo me, per riprendere le fila della beneficenza.

BERKELEY (Stati Uniti) - Avranno anche tante debolezze ideologiche, ma una cosa degli americani va detta: quando si tratta di donare a fondo perduto, sono meno diffidenti di noi. (...) La donazione a enti e associazioni, per loro, non equivale a una possibile truffa, ma è l'essenza stessa del fare beneficienza, perché disinteressata. I soggetti danarosi non mancano certo in Europa, ma quasi mai devolvono il patrimonio a organizzazioni di questo tipo. E quando lo fanno, come nel caso del patron dell'Ikea Mel Simon, a spingerli è più che altro la scarsa considerazione dei legittimi eredi.

Quello che però non tutti sanno è che anche i poveri, negli Usa, fanno molta beneficienza a enti no profit. L'università di Berkeley ha addirittura dimostrato che questo tipo di generosità è un valore che appartiene più a loro che ai miliardari. E questo perché, spiegano gli scienziati sul prestigioso Journal of Personality and Social Psychology, chi ha poco da perdere si fida di più, e la fiducia è un elemento indispensabile quando si donano i propri risparmi a chi non si conosce personalmente.

Fiducia nel prossimo e magnanimità sono, secondo gli studiosi californiani, valori direttamente proporzionali: chi ha l'uno possiede anche l'altra, indipendentemente da status sociale, geni e cultura di appartenenza.

Nel povero manca la paura - tipica dei ricchi - di perdere tutto e venire raggirato (...)

(...) E' quindi molto più probabile che sia un povero ad adottare a distanza un bambino che non un ricco, proprio perché quest'ultimo è stato educato al sospetto e alla conservazione del patrimonio dalle minacce esterne.

(...) Da noi, in Europa e soprattutto in Italia, è invece diffusa l'idea che tutto ciò che non si conosce rappresenti una minaccia e che l'obiettivo principale del prossimo sia quello di truffarci".

Il professore spiega anche che esistono quattro tipologie di rapporto tra soldi e fiducia: la fiducia ben riposta, la fiducia mal riposta, la sfiducia ben riposta e la sfiducia mal riposta. L'appartenenza a una categoria piuttosto che a un'altra determina il nostro atteggiamento mentale nei confronti degli altri e del denaro. (...)La differenza tra sciocchezza ed errore è che la prima esclude tutte le variabili, sia quelle negative che positive, mentre l'errore è indispensabile per crescere, anche economicamente. Chi è ricco fa molte sciocchezze, chi è povero molti errori".

Sarà dunque per questo che, spesso, noi italiani offriamo la cena a intere tavolate di amici ma non siamo capaci di donare 10 euro a un'associazione no profit. E che dire di quel nostro conoscente pieno di soldi che non dà mai l'elemosina, e di quell'altro, precario, che ogni anno dona 50 euro ai bastardini del canile? E' un problema di fiducia, dicono gli scienziati. E quindi, in senso più ampio, anche di sensibilità.
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Per chi volesse leggere l'articolo in versione integrale può trovarlo alla pagina :

http://www.repubblica.it/scienze/2010/08/23/news/il_povero_pi_generoso_perch_si_fida_degli_altri-6431672/?ref=HRERO-1

Buona riflessioneemoticonemoticon

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scritto da Gerry
Scritto da Gerry
il 23/08/2010
Credo che la prodigalità statunitense sia legata, anche ma non solo, alle caratteristiche del loro sistema fiscale che "premia" e, quindi, incentiva la beneficienza, ben più di quanto non faccia il fisco italiano.
La ragione ulteriore, e non ultima, è la diversa cultura della cittadinanza che ha un forte radicamento negli U.S.A. e che convincono i più di essere parte di una comunità di individui che, in virtù di una forte competizione sociale, valorizza ed esalta la propensione alla solidarietà individuale.
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scritto da Reginalulu
Scritto da Reginalulu
il 23/08/2010
Perfettamente d'accordo sulle ragioni che hai esposto Gerry.
Ho messo l'articolo, in realtà, non tanto perchè sottolinea la differenza tra USA e Italia (o Europa) che mi sembra ben giustificata da differenze storiche e culturali, quanto perchè mi sembrava molto interessante il discorso sulla fiducia.
In sostanza chi ha ha paura che gli venga tolto, mentre chi non ha dimostra maggiore propensione a donare.

Mi sembrava uno spunto di riflessione interessante per chi, come noi, vuole fare beneficenza, ma soprattutto sostenere la fiducia nel prossimo.
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scritto da zio
Scritto da zio
il 23/08/2010
Scusate, al di la' di tutto ma in USA scaricano ancora dalle tasse tutto quello che viene dato in beneficenza?
Lo chiedo perche' un amico californiano tempo fa mi disse una cosa del genere, ho capito male o e' vero?
Se fosse vero perche' non farlo anche in italia e poter scaricare al 100% quello che si da' in beneficenza?
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scritto da carolingio
Scritto da carolingio
il 24/08/2010
In parte, anche in Italia è già così... Anche la Legge Finanziaria 2010 consente la destinazione del 5 per mille a:
•Le organizzazioni non lucrative di utilità sociale, le associazioni di promozione sociale, le associazioni riconosciute che operano in alcuni settori del volontariato;
•Gli enti di ricerca scientifica e universitaria;
•Gli enti di ricerca sanitaria;
•I comuni di residenza (sostegno alle attività sociali);
•Le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge;
Oltre a ciò si possono scaricare dall'IRPEF i liberi contributi ad associazioni ONLUS.
Mi pareva però di intravedere nel discorso di Regina un orizzonte più ampio di quello della detrazione fiscale...
C'era una canzone di Fo, cantata da Jannacci, fatta 42 anni fa...
Dai dai, conta su...ah be, sì be....
- Ho visto un re.
- Sa l'ha vist cus'è?
- Ha visto un re!
- Ah, beh; sì, beh.
- Un re che piangeva seduto sulla sella
piangeva tante lacrime, ma tante che
bagnava anche il cavallo!
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- è l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello...
- Ohi che baloss!
- ...di trentadue che lui ne ha.
- Povero re!
- E povero anche il cavallo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un vesc...
- Sa l'ha vist cus'è?
- Ha visto un vescovo!
- Ah, beh; sì, beh.
- Anche lui, lui, piangeva, faceva
un gran baccano, mordeva anche una mano.
- La mano di chi?
- La mano del sacrestano!
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; sì, beh.
- è il cardinale che gli ha portato via
un'abbazia...
- Oh poer crist!
- ...di trentadue che lui ce ne ha.
- Povero vescovo!
- E povero anche il sacrista!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho visto un ric...
- Sa l'ha vist cus'è?
- Ha visto un ricco! Un sciur!
- Sì...Ah, beh; sì, beh.
- Il tapino lacrimava su un calice di vino
ed ogni go, ed ogni goccia andava...
- Deren't al vin?
- Sì, che tutto l'annacquava!
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; sì, beh.
- Il vescovo, il re, l'imperatore
l'han mezzo rovinato
gli han portato via
tre case e un caseggiato
di trentadue che lui ce ne ha.
- Pover tapin!
- E povero anche il vin!
- Ah, beh; sì, beh.
- Ho vist un villan.
- Sa l'ha vist cus'e`?
- Un contadino!
- Ah, beh; sì, beh.
- Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
persino il cardinale, l'han mezzo rovinato
gli han portato via:
la casa
il cascinale
la mucca
il violino
la scatola di kaki
la radio a transistor
i dischi di Little Tony
la moglie!
- E po', cus'è?
- Un figlio militare,
gli hanno ammazzato anche il maiale...
- Pover purscel!
- Nel senso del maiale...
- Ah, beh; sì, beh.
- Ma lui no, lui non piangeva, anzi: ridacchiava!
Ah! Ah! Ah!
- Ma sa l'è, matt?
- No!
- Il fatto è che noi villan...
Noi villan...
E sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam,
e sempre allegri bisogna stare
che il nostro piangere fa male al re
fa male al ricco e al cardinale
diventan tristi se noi piangiam!
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scritto da Reginalulu
Scritto da Reginalulu
il 24/08/2010
Proprio così Carlo, proprio così
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scritto da alleboss
Scritto da alleboss
il 24/08/2010
Grande Carlo!
Per ritornare alla beneficienza, la teoria che io ho sentito e condivido è che i soldi sarebbero solo un 'amplificatore', cioè ti danno modo di essere te stesso più spesso e in misura maggiore quando ne hai molti.
In parole povere se sei generoso, da ricco sarai ancora più generoso, se sei 'braccino corto' da ricco, lo saresti anche da povero. Questo a prescindere dalle scuse che il taccagno di turno può accampare per giustificare il fatto che proprio non può tirare fuori nemmeno un euro....
Boh!emoticon Un bes!
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scritto da zio
Scritto da zio
il 24/08/2010
Carlo quello che scrivi e' tutto giusto ma io volevo sapere se era possibile che io privato cittadino faccio una offerta e mi viene rilasciato regolare "scontrino" perche' non lo posso totalmente defalcare dalle mie tasse?
Penso anche che sia piu' facile fare donazioni quando si ha poco per il fatto di rendersi realmente conto di cosa vuol dire avere bisogno.
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scritto da carolingio
Scritto da carolingio
il 24/08/2010
Zio, ti scrivo (per farti venire le bollicine al naso... emoticon ) dal centro della zona del Cartizze.
La questione che poni è annosa. Anch'io penso che bisogna aumentare le voci detraibili dalle tasse (tarando poi di conseguenza gli scaglioni di percentuale) almeno delle cose di importanza primaria. In questo modo si costringerebbe tutto il mercato corrispondenete a fare fattura, perchè uno la fattura tantopiù la esige quanto più ha possibilità di detrarla dalle tasse. Il discorso si fa complicato, ci sono dei pro, ci sono delle complicazioni, e non mi addentro... fattostà che chi ci governa non vuole prendere in considerazione questo aspetto, che diminuirebbe molto anche l'evasione fiscale. Chi ci governa adesso... e anche chi ci ha governato in passato..., a dirla tutta... eh...
La questione evidenziata in questo post credo sia leggermente diversa e riguarda la maggior sensibilità e la maggior solidarietà di chi è povero. E' un fatto che, in tanti anni di attività nel settore, ho sperimentato direttamente e posso dirlo senza dubbio alcuno: tranne rarissimi casi, i ricchi sono meno disposti a privarsi dei loro beni, o a donare un po' di soldi, rispetto ai poveri (che di soldi ne hanno meno).
Ciao! emoticon
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scritto da zio
Scritto da zio
il 24/08/2010
Concordo ancora ma essendo un povero un pelo ne capisco o almeno spero, il poveretto non ha molto e quel molto lo dona volentieri perche' tanto il suo tenore di vita cambia poco e sa le difficolta' che ci sono ad andare avanti, gli arricchiti invece che si sono trovati con tanti soldi fatti semmai dai genitori non sanno cosa vuol dire sopravvivere e non sganciano una lira, chi invece i soldi gli ha fatti con il famoso sudore della propria fronte credo che si senta piu' portato a dare una mano a chi ha meno, ma anche queste sono solo sensazioni personali dettatemi dalla mia piccolissima esperienza nel campetto della solidarieta' quindi soggette a errori e imprecisioni, onestamente credo che non ci volesse uno studio di famosi scienziati per rendersi conto di tutto cio' ma visto che lo hanno fatto, ben venga e che sia di stimolo per tutti a fare meglio e di piu' ma ho seri dubbi,vedremo.
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scritto da Reginalulu
Scritto da Reginalulu
il 24/08/2010
Scusatemi ma credo che qui, forse, si vada ancora oltre.
Qui si parla di fiducia nel prossimo.
Quello che mi ha colpito è proprio questo : non tanto la maggiore disponibilità a dare, quanto la minore diffidenza del "povero" rispetto al "ricco".
La povertà e la ricchezza non riguardano solo il denaro e questo mi colpisce ancora di più, se si parla di povertà o ricchezza di spirito.