Dal sito: http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/modena/cronaca/2010/03/27/310296-stop_cani.shtml
Modena, 27 marzo 2010. «Qui non posso entrare», dalla consuetudine si passa, o meglio si ritorna, alla norma. Se infatti fino a ieri andando in un pubblico esercizio con il proprio cane al guinzaglio generalmente per farlo entrare ci si regolava in base alla volontà dell'esercente, da oggi i quadrupedi, come ogni altro tipo di animale, non possono più entrare nei bar e tanto meno nei ristoranti (fa eccezione l'accompagnamento dei non vedenti). Una regolamento in tal senso era già esistente, quello di igiene comunale datato 1997, ma era palesemente caduto nel Âdimenticatotio'.
A rispolverarlo ci pensa l'assessore alle politiche economiche Graziano Pini, il quale dopo la recente approvazione dei nuovi criteri per il rilascio di autorizzazioni degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ha ricordato ai titolari alcune regole che avevano bisogno di essere ripassate.
Suscitando immediatamente alcune perplessità . In questi giorni è stata spedita un lettera nella quale l'assessore evidenzia ai titolari che «le attuali norme obbligano già i pubblici esercizi ad avere un servizio igenico a disposizione del pubblico  non riservato solo a chi consuma dunque, ndr Â, chiaramente segnalato, e vietano l'accesso agli animali». Per poi aggiungere, dopo il sollevarsi dei primi Âmugugni' che «nella lettera, che anticipa i controlli  annuncia l'assessore Â, si ricordano obblighi esistenti da molti anni». Tra i quali anche «l'utilizzo vietato di lavoro nero e la necessità che gli addetti alla mescita presenti debbano avere titolo sanitario».
Un memorandum che va nella direzione, assicura Pini, di «elevare il livello qualitativo del servizio dei pubblici esercizi». La parola passa ai baristi: «Non fare entrare i cani? Per me non è giusto, di burocrazia ne abbiamo anche troppa  ci spiegano alcuni titolari Â, per i bagni ci dovrebbero essere quelli del Comune non dovrebbe spettare a noi dare questo servizio. Chi spende alla fine per tenerci dietro?».
Anche i favorevoli sollevano questioni di metodo. «Cosa dobbiamo fare se si presentano in quindici per andare al bagno? Capita infatti che vengano anche persone per lavarsi e dopo ci tocca risistemare tutto». E tra i clienti c'è già chi dichiara guerra all'amministrazione: «Ma l'assessore Pini  si domanda Gian Luca Cocchi, negoziante di piazza Pomposa  faceva entrare gratuitamente la gente per andare al bagno quando era proprietario dell'Isola Verde? In Pomposa non hanno risolto nulla, ci vengano piuttosto a spiegare perché gli addetti di Hera devono lavorare quattro ore per pulire la piazza dai cocci lasciati la sera prima».
Mai tema fu più adatto per essere discusso davanti a un caffè, anche perché di anni dal regolamento di igiene comunale ne sono passati tredici e nel mentre il Tar della Toscana ha emesso una sentenza che stabilisce che solo i clienti che consumano possono usufruire del bagno all'interno dei bar.
di FRANCESCO VECCHI