Qualcuno le sta dicendo, con parole che escono fluide e sottili, come piccole stelle filanti a carnevale, che i ricordi non esistono.
Elisa ascolta le parole e le guarda volare in aria, entrare nelle sue cellule e depositarsi dentro di lei.
Questo le hanno detto: che ogni cosa ti paia di ricordare è una rielaborazione della tua mente e che, ogni volta che la ricordi, qualcosa viene aggiunto o tolto.
Elisa si chiede sconvolta se la sua vita passata allora non sia che una finzione, una invenzione dei pensieri che non vogliono arrendersi all'evidenza che niente vive davvero.
Eppure Elisa ha sperimentato la vita, in un assolato pomeriggio di prima estate, quando ha sentito il respiro di lui nel suo.
Non le sue labbra o le sue mani, non il profumo di incenso e vaniglia, non il calore del sole erano indice di vita per lei, ma quell'alito di vita che passava da cuore a cuore, da anima ad anima e la lasciava come una spiaggia ad aspettare il mare, dopo il ritrarsi dell'onda.