Consigliatissimo!!
COL CA GHE’ A GHE’ …. una filosofia che può non trovare tutti d’accordo ed appare anche sulla tovaglietta in carta gialla che troviamo sul tavolo.
Eppure è proprio questa filosofia che ha fatto dell’Osteria Bocca di Strada un locale quanto meno originale;
lo stesso gestore/chef Diego Ti accoglie spiegandoti che orientandosi su prodotti a km ZERO non può essere altrimenti, per cui, prodotti stagionali, serie di antipasti, un paio di primI, secondo e……tenete un posticino per i dolci.
Un’unica raccomandazione: fermatemi se non ce ne stà più.
Il locale è molto carino, sia all’esterno, dove è disponibile un ampio parcheggio che all’interno, seppure l’arredamento sia molto essenziale, splendide le due botti refrigerate con vino bianco e rosso, ma noi andremo “di bottiglia”.
E visto che stiamo parlando di vino, siamo partiti con un più che ottimo Prosecco “Pra’ dei Salt” extra dry prodotto dalla Cantina Bernardi di Susegana, che si è abbinato alla perfezione con la serie di antipasti.
E si procede “a nastro” con:
Prosciutto di Parma e insalatina di carciofi con scaglie di Parmigiano-Reggiano, semplice e sfizioso, con nota particolare per il prosciutto;
carciofino caldo avvolto nello speck, da mangiare in un sol boccone, come in un sol boccone mi gusterò una originalissima
prugna nello speck con cuore di formaggio, una delizia;
salame Felino, una sola fetta, tagliata spessa, che non poteva mancare;
e si prosegue con
polenta Fritta, di tipo integrale, semplice, accompagnata da gorgonzola ed accompagnata da pancetta e, si sa, che quando il grasso del salume viene a contatto con il calore della polenta, il successo è assicurato.
Ma non finisce qui, e siamo solo agli antipasti:
crostino formaggio fresco e zucchine in agrodolce, delicatissimo,
crostino cipolla di Tropea caramellata con riduzione di lambrusco e cacao, per me siamo all’apoteosi, anche il cacao dona un retrogusto “simpatico”.
E concludiamo con
salsiccia sbriciolata con aceto balsamico e rucola, così da prepararsi al bis di primi;
e mentre decidiamo di cambiare il vino e di portarci verso un corposo Merlot denominato “Pentelico” dell’azienda vitivinicola Oinoe di Traversetolo, un superbo vino che ben si accosterà a quel che ci verrà proposto come secondo piatto, mi permetto una breve divagazione:
calici cambiati a seconda del vino, piatti sempre sostituiti, doppie ed anche triple posate, un servizio da ristorante stellato più che da osteria, l’unica pecca il tovagliolo …. di carta spessa, doppio, elegante, ma pur sempre di carta.
Ed ecco i primi, servite in tazza “ad personam” mezzemaniche ripiene di pesto per cappelletti in brodo, un ripieno sapido, una pasta spessa e al dente, un grande piatto;
ed a seguire su vassoio da portata barchette (per la forma) ripiene di ricotta e carciofi con condimento a base di listarelle di speck, una delicatezza che solo il salume ha leggermente “stemperato”, ma l’accostamento è stato perfetto.
E non ci fermiamo, vogliamo anche il secondo, ed ecco arrivare, assieme ad un piatto di patate arrosto in pezzi piccoli, ben cotte e soprattutto aromatizzate, pollo arrosto in pezzi: non amo il pollo, ma i pareri favorevoli dei “compagni di merende” mi istigano all’assaggio, ben cotto, sapido, croccante.
Lasciamo un paio di pezzi per far posto al dolce che sarà un trionfo in quanto, a testa, vengono proposti:
tazzina di mascarpone con le fragole;
tazzina di panna cotta ai frutti di bosco;
fetta di torta cioccolatino;
ed un paio di biscotti secchi dal gusto cannella-zenzero in accompagnamento ad una tazza di crema al malvasia da applausi.
E per finire non poteva mancare la moka di caffè, che non apprezzo ma ne verso volentieri una mezza tazzina a chiusura di questa “folle” cena.
Un titolare/chef preparato ed entusiasta di questa filosofia, tempistiche perfette, servizio senza sbavature, porzioni equilibrate, un’esperienza originale e simpatica.
Anche il costo ci è sembrato equo, in sei, con due bottiglie di ottimo vino siamo arrivati a 35 euro.
Piccolo neo della formula “col ca ghé a ghé” è che fa rima con “o mangi questa minestra o salti dalla finestra” per cui è necessario approcciarsi ben sapendo che le cose stanno così!
Me lo segno, anche perchè è vicino alla Magnani Rocca dove ogni tanto vado per visitare mostre interessanti e per ammirare la sua ricca collezione d'arte. Ci sei stato, testa, o era impossibile diopo una simile abbuffata?
Interessante, anche se leggo che in molti piatti viene utilizzato lo speck, che proprio a km zero non è. Mi ispirano un sacco le mezze maniche ripiene di pesto per tortellini
fra le altre cose Golosona, è aperto sia a pranzo che a cena, ma è un locale da 40 coperti per cui meglio prenotare; anche noi Lisus abbiamo notato questa "licenza" al km.0 , lo speck non è propriamente un salume del territorio anche se, non chiamandolo speck, un prodotto analogo sarebbe "fattibile"
a me piacciono questi locali e andrei con lo spirito giusto specie se insieme a qualche altro giemmino
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