Imperdibile!!!
Non l’avrei mai detto che questa che sto per raccontare sarebbe stata l’ultima cena per diverso tempo.
Sabato liberi da impegni, prenoto con qualche giorno d’anticipo a Trattoria Mazzini, magari non comodissimo da raggiungere ma, ne varrà la pena.
Neviano degli Arduini è un piccolo paesino dell’Appennino Parmense ed il ristorante è ubicato nella piazzetta vicino al Municipio, un bell’effetto serale con piante e luminarie come “se fosse Natale”.
Anche l’interno è “molto particolare”, c’è “di tutto un po’, stampe, ricette, oggetti d’epoca, il tutto crea un’atmosfera indescrivibile, in molti la definiscono “casa di bambole”.
Apparecchiatura perfetta, tovagliato pesante, doppio bicchiere e doppie posate, tavoli ben distanziati.
Visto che dall’altra parte del tavolo andranno ad acqua, accompagnerò la serata con una “mezzina” di Prosecco Val d’Oca millesimato che si abbinerà benissimo ad antipasto e primo.
L’antipasto di Trattoria Mazzini è una serie di sette portate che comprende:
Timballo di riso con prosciutto: un delicato assaggio per partire con il piede giusto
Polenta taragna alla piastra con lardo: quando il lardo si scioglie sulla polenta calda
Sandwich con mousse di mortadella al pistacchio: semplice e saporito
Carpaccio con pecorino e finocchio: abbinamento originale ed ottimo mix di sapori
Un ottimo e dolcissimo Prosciutto di Parma, che si sarebbe gustato “alla grande” con due pezzetti di torta fritta
Gelato al parmigiano reggiano: un sapido e cremoso gelato cui non siamo abituati ma che è una simpatica novità
e l’apoteosi finale, cipolla fritta, sottilissima, croccante, saporita, da mangiare rigorosamente con le mani.
Proseguiamo con un paio di primi:
Maltagliati di farina di grano saraceno conditi con speck gorgonzola e radicchio, pasta granulosa, condimento classico ma sempre eccellente;
Tortelli di porro con pancetta croccante, accostamento azzeccato, il dolce del porro ed il sapido della pancetta.
E non vogliamo terminare con il dolce?
Quando in un menù trovo lo Zabaglione, non riesco a trattenermi, cremoso, dolce “il giusto”, l’aggiunta di cioccolato e due cantuccini di accompagnamento ne hanno fatto un dessert semplice ma “principesco”. E debbo dare atto che anche la Crema menta e cioccolato si è rivelata un gustosissimo e gradito dolcetto, la versione cremosa di un noto cioccolatino inglese.
Un’esperienza si soddisfazione: location originale, personale professionale e sempre all’altezza, tempistiche perfette, portate di alta qualità portano ad un giudizio da MASSIMO DEI VOTI.
Però due pezzi di torta fritta con quel fantastico prosciutto ci sarebbero stati proprio bene.
se leggo bene hai appena descritto una cena in cui hai degustato 10 portate
e la tua considerazione finale è sulla mancanza della torta fritta?
non ho parole
12.05.2020...........è con una tristezza incredibile che Vi comunico che Trattoria Mazzini NON RIAPRIRA' PIU'
Commentando il post di joy il mio presentimento purtroppo per molti diverrà realtà! Difficile! Davvero un momento difficile e triste 😔
Sinceramente sono perplesso.
Per carità, la situazione è estremamente complessa ed i timori sono tangibili in qualsiasi settore.
Certamente quello della ristorazione, a stretto contatto con quello del turismo, sono tra i più colpiti e non c'è ombra di dubbio. Non avere ancora protocolli a pochi giorni dalle riaperture, non aver ricevuto in parte gli aiuti promessi, l'estrema lentezza della nostra burocrazia non sono di aiuto in una situazione così critica.
In più non va dimenticata la grossa incognita di questa equazione: il cliente finale. Ammesso che io ristoratore segua tutti i protocolli del caso e metta a disposizione un ambiente a prova di contagi, sono poi così certo che il cliente alla fine verrà comunque? No. Ma non posso saperlo fino a quando non tirerò finalmente su la serranda ed aprirò le porte.
Detto questo, però, c'è qualcosa che non mi torna: il fatto che un'azienda chiuda ancor prima di ripartire.
Davvero bastano due mesi di lock down, dove ovviamente il danno economico è notevole, ma dove si è cercato di tamponare con cassa integrazione, affitti agevolati, bonus, slittamenti di imposte e via dicendo (e ancora non sono finiti), per far saltare per aria un'azienda?
Dei tanti ristoratori che conosco, ad oggi non ce n'è uno che abbia deciso di non riaprire.
Ce ne sono sicuramente diversi che aspetteranno una ulteriore settimana o due per capire meglio in che modo farlo e per valutare se è fattibile senza rimetterci, andando comunque avanti con asporto e consegne che già stanno facendo, ma, ripeto, nessuno ha deciso di non riaprire più.
Questo per dire che se si arriva ad una soluzione così drastica, forse dietro c'è altro: dai conti che non tornano, alla cattiva gestione, ma anche ad una raggiunta età pensionabile, per fare alcuni esempi.
Ovviamente la mia è una riflessione generale che non si riferisce nello specifico al locale in questione.
La riflessione di Kava la trovo non opinabile ma opinabilissima...Ma quale cassa integrazione? Quale bonus? Quali agevolazioni sono arrivate dopo che per 3 mesi i ristoratori e non solo sono stati ( costretti per decreto ) a rimanere chiusi! Pochissimi senza chiarezza hanno voglia di riaprire! Perché di protocolli a tutt’oggi zero assoluto! Intanto i costi fissi rimangono, le tasse posticipate ma pur sempre da pagare! Mi chiedo e vi chiedo chi ha la voglia e la forza di partire? Comunque il tempo sarà testimone a cosa succederà nei prossimi mesi! La mia considerazione chiaramente opinabile ma sono quasi certo che non mi sbaglierò più di tanto.
La mia è una riflessione personale che si può certamente non condividere.
Faccio però una doverosa premessa: lavoro da molti anni nel settore, il che significa che non mi limito a parlare solo da cliente, ma anche da fornitore che conosce bene tutti i meccanismi (ed i costi) che ci sono dietro ad una attività ristorativa. Perciò parlo con cognizione di causa.
Non ho la presunzione di affermare che la situazione sia rosea, anzi dico proprio il contrario.
Il mio pensiero era però un altro, ovvero che ritengo che un'azienda sana, con i conti a posto ed i dipendenti in regola, che fino alla prima settimana di Marzo lavorava bene e con costanza, si ritrova a subire un danno notevole (e su questo siamo tutti d'accordo) ma non sufficiente per chiudere in maniera definitiva ora.
Per quanto mi riguarda, il motto "andrà tutto bene" lo lascio agli altri, anche perché mi stava sulle gonadi già il giorno dopo averlo sentito ripetere a pappagallo da molti.
Questo non significa nemmeno che io sostenga l'antagonista "andrà tutto in vacca", perciò da qui a pensare che molti chiuderanno ne passa.
Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. O meglio, devo vederlo, altrimenti è già finito tutto prima ancora di (ri)partire.
Anche la mia società è praticamente ferma dal 9 Marzo, subendo e continuando a subire un brusco rallentamento economico. Ma non vedo l'ora di poter ripartire e come me tutti i miei clienti e colleghi, che sono tanti e tra cui, ripeto, non ce n'è uno che ad oggi abbia pensato di non riaprire mai più.
Siamo tutti sulla stessa barca in attesa di informazioni per capire come e quando e siamo pronti anche a fermarci ancora nel caso non vengono soddisfatte le condizioni minime necessarie per una ripresa sensata del lavoro.
Ce ne sono di cose che non vanno, senza dubbio.
La cassa integrazione dei dipendenti è arrivata a pochi, ad altri sì, ma arriverà. I finanziamenti a molti che ne hanno fatto richiesta in effetti sono arrivati. Personalmente ho fatto richiesta del bonus da 600 euro nella notte tra il 31 Marzo ed il 1 di Aprile, immaginando quello che poi in effetti sarebbe successo, ovvero il collasso del sito Inps. Risultato: ad oggi - leggasi 45 giorni - non li ho ancora visti, nonostante la richiesta sia corretta. Come me altri colleghi sono ancora in attesa, alcuni probabilmente avranno anche sbagliato la richiesta, altri però l'hanno ricevuto da settimane.
Le linee guida fornite da Inail per creare i nuovi protocolli della riapertura sono insensati su più punti e sono convinto che, nel malaugurato caso venissero seguiti parola per parola, allora sì che molti ristoratori rivolgerebbero un sentito gesto dell'ombrello al Governo, decidendo di tenere chiuso al pubblico, ma continuando a fare consegne ed asporto (che vorrei ricordare si possono fare già da oltre un mese, avendo di fatto tenuto chiuso per un mese, non tre). Consegne e asporto non sono la soluzione, è chiaro; sono un ripiego per non stare fermi, per dare un servizio ai propri clienti e soprattutto per monetizzare quanto più possibile in modo da contenere le perdite.
Ora però bisogna ripartire, altrimenti sì che non se ne viene più fuori.
E la ripartenza deve essere fatta con intelligenza, buon senso, responsabilità e meno burocrazia. Poche, semplici, chiare regole sensate, valide per tutti.
Di sicuro qualcuno chiuderà, e mi immagino anche quali tipologie di ristorazione c'arriveranno purtroppo per prime, ma voglio credere che saranno una piccola parte.
Anche io spero di non sbagliarmi più di tanto.
Tanta voglia di riaprire e nonostante il rispetto dei protocolli sanitari non viene data la possibilità di lavorare. Mi chiedo e vi chiedo che fine faranno tante attività della ristorazione e tutto l’indotto che ci gira intorno? Sono passati tanti mesi nulla è cambiato anzi...
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